PO 445

18 progettare 445 • aprile 2022 La crisi sanitaria ha, inoltre, portato signi- ficativi disordini nelle catene globali del valore, determinati non solo dallo scoppio di focolai pandemici in alcuni nodi cruciali delle catene di fornitura ma anche dal fat- to che molte imprese sono state colte di sorpresa dal recupero della domanda lo scorso anno e si sono ritrovate incapaci di adeguare rapidamente l’offerta. Que- sto ha causato colli di bottiglia nei settori più disparati delle supply chain globali. Il traffico globale dei container ha subìto no- tevoli ritardi sia per il rallentamento della capacità produttiva in alcuni settori sia per il verificarsi di eventi avversi in determinati snodi strategici. Ad esempio l’ostruzione del Canale di Suez avvenuta nel marzo del- lo scorso anno a causa dell’incagliamento della nave container Ever Given. Oppure le restrizioni imposte su alcuni porti cinesi per contenere lo scoppio di alcuni focolai Covid-19 o la congestione che ha colpito grandi porti come quello di Los Angeles e Long Beach. I costi dei trasporti marittimi, seppure in graduale ridimensionamento, alla fine dello scorso anno erano quasi il doppio rispetto a un anno prima sia per le navi commerciali sia per le portacontainer. Fattori strutturali Nei prossimi anni, i cambiamenti tecnolo- gici necessari per raggiungere la transizio- ne ecologica porteranno un significativo incremento della domanda di commodity indispensabili per sostenere il nuovo as- setto. Le cosiddette ‘tecnologie green’ - tra cui le energie rinnovabili, l’idrogeno o i veicoli elettrici - richiedono l’uso di metalli cosiddetti ‘critici’ come rame, nickel, litio, cobalto o manganese. Secondo le sti- me formulate dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), i livelli medi di consumo di litio, particolarmente importante per la realizzazione delle batterie necessarie per alimentare le auto elettriche, subiranno entro il 2030 un incremento pari a oltre 26 volte quelli che si registravano nel 2010. I livelli medi di consumo di metalli come il cobalto, il nickel o il rame registreranno un incremento rispettivamente di circa 6, 4 e 2 volte. Ad esercitare pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime vi sono anche le più favorevoli prospettive di crescita a livel- lo globale e gli ingenti pacchetti di stimolo varati in più parti del mondo, come Stati Uniti ed Europa. Queste misure condur- ranno a un significativo incremento degli investimenti pubblici e privati, soprattutto infrastrutturali, e dunque a una maggiore richiesta di materie prime, in particolar modo di quelle usate a scopo industriale. Fattori geopolitici I nuovi equilibri geopolitici disegnati dal monopolio di alcuni Paesi su importan- ti materie prime hanno svolto un ruolo importante nella loro risalita dei prezzi. In prospettiva rappresentano uno dei fat- tori di rischio più significativi, alla luce del processo di transizione energetica. La fornitura di alcune materie prime ‘critiche’ è infatti concentrata nelle mani di pochi rilevanti attori che esercitano pressioni nello scacchiere geopolitico internazionale. Paesi come la Russia e la Cina stanno già facendo valere il loro peso geopolitico in questa crisi, rallentando le catene di for- nitura globali (la Russia con il gas verso l’Europa e la Cina con la componentisti- ca elettronica). La Commissione Europea nel 2020 ha identificato 30 materie prime critiche (tra queste rientrano litio, gallio, grafite, magnesio, titanio) indispensabili per costruire batterie, semiconduttori, celle fotovoltaiche, per realizzare leghe leggere utilizzate nei settori automobilistico, dell’e- lettronica, dell’aeronautica, degli imballag- gi. La difficoltà di approvvigionamento di queste commodities espone a maggiori rischi, in particolare, i settori dellamobilità, dell’industria della difesa e aerospaziale, delle energie rinnovabili, dell’elettronica e quelli ad alta intensità energetica. Il grado di concentrazione dell’offerta di materie prime ‘critiche’ e della dipenden- za dell’Europa da Paesi terzi in termini di approvvigionamento èmolto elevato: delle trenta materie prime ‘critiche’ incluse nella lista stilata da Bruxelles, solo poco più del INCHIESTA

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