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19 rmo marzo 2022 dello scorso 21 gennaio, malgrado l’incontro avvenuto pochi giorni prima con i rappresentanti delle principali associazioni confindustriali maggiormente impattate dalla folle corsa dei prezzi dell’energia. Ne abbiamo parlato con Luca Manzini, direttore di Anasta - Anima Confindustria, Fabio Zanardi, presidente Assofond, Alessandro Banzato, presidente Fede- racciai, e Marcello Zinno, association manager Ucif. Impennata del gas. In un contesto di forte incremento degli ordini per l’industria italiana, il caro energia si profila come un vero ‘Cigno nero’, che nel primo trimestre del 2022 ha non solo messo a rischio la ripresa economica del nostro Paese, ma minaccia di mettere fuori mercato l’intera indu- stria nazionale. La suggestiva definizione di ‘Cigno nero’ è del presidente Banzato di Federacciai, che con Assofond rappresenta i settori colpiti in maniera più devastante dagli esorbitanti incrementi dei prezzi dell’energia. “Se guar- diamo alla produzione di acciaio, il 2021 è stato l’anno della ‘Renaissance’, della rinascita della filiera, con una crescita per tutti molto sensibile in termini di volumi e fatturato - dice Banzato -: la produzione di 24,411 milioni di tonnellate è stata superiore del 5,3% a quella del 2019, e del +19,8% rispetto al totale 2020. L’output di dicembre 2021 è stato I protagonisti Luca Manzini è direttore di Anasta - Anima Confindustria: “Le tecnologie della meccanica italiana sviluppate in ottica di efficienza e risparmio energetico possono contribuire alla svolta green del nostro Paese, e il Pnrr è una grande opportunità per sfruttarle al meglio”. Alessandro Banzato è presidente Federacciai : “Chiediamo un aumento della produzione nazionale di gas naturale, la sua diffusione a un prezzo calmierato, la rimodulazione delle aliquote di agevolazione nei limiti previsti dalla UE e la revisione del sistema dell’interrompibilità”. Fabio Zanardi è presidente Assofond : “La decisione del Governo di utilizzare il credito d’imposta per fronteggiare l’emergenza energetica non risolve i seri problemi di liquidità del settore, ma ancora più grave è non aver stanziato nulla per calmierare il costo del gas”. Marcello Zinno è association manager Ucif : “Il consumo energetico è cresciuto in maniera importante dopo due anni di riduzione forzata, e non c’è la necessaria disponibilità. L’impatto sul costo dei prodotti finiti toglie qualsiasi illusione di competitività sui mercati”.

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